10 Jun 2021
11:30
A poco più di un anno dallo scoppio della pandemia, il bilancio dei suoi effetti sul lavoro non è confortante, soprattutto se si guarda all’aumento della disoccupazione e del gender gap. Le categorie più colpite dall’emergenza sanitaria sono state quelle che già erano lavorativamente più svantaggiate: le donne e i giovani. In particolare, abbiamo assistito ad un incremento del carico di lavoro venutosi a sommare alle responsabilità familiari soprattutto per le donne con figli. La percentuale di donne che ha perso il lavoro nel 2020 è stata doppia rispetto a quella degli uomini e il divario occupazionale di genere che si era creato durante il lockdown non è stato colmato.
Un bilancio difficile che ci obbliga, come Paese, a uscire da questa impasse. Il 2021-22 dovrà essere il biennio della ripartenza anche per l’occupazione e la leadership femminili, attraverso politiche di promozione e di sostegno che siano concretamente capaci di invertire la rotta. La speranza arriva anche dal Recovery plan che prevede “un investimento significativo sui giovani e le donne”. Nel Piano infatti è stata inserita la clausola per favorire l’occupazione giovanile e femminile nonché misure di ampliamento dell'offerta di asili, il potenziamento della scuola per l'infanzia e il miglioramento dell'assistenza ad anziani e disabili che aiuteranno indirettamente le donne, che spesso devono sostenere la maggior parte del carico assistenziale delle famiglie.
Saluti di benvenuto

Tanya L. Cole
Consul for Commercial Affairs, American Consulate General
Intervengono

Giorgia Abeltino
Sr. Director Public Policy South Europe, Google

Valeria Chiesa
Direttore Affari Istituzionali e Relazioni Esterne, Humanitas

Alessandra Genco
Chief Financial Officer, Leonardo
Modera

Laura Alice Villani
Managing Director and Partner, BCG
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