Tra brevetti e marchi, il valore dei beni immateriali per le imprese.

Intervista a Enrico Rovere, Managing Director responsabile della divisione Business & Intangible Valuation di Kroll

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In momenti di crisi, stringere la cinghia diventa una necessità. Capire quali componenti dell’azienda vadano protette, una priorità. E scoprire che a salvarti potrebbe essere qualcosa di immateriale, intangibile, una fortuna inaspettata. Sarà la valutazione dei beni immateriali, come marchi e brevetti, a determinare il vero valore delle aziende italiane? E soprattutto, è abbastanza per attuare una strategia di crescita che funzioni anche in un periodo come quello attuale?

“Il 2021 è stato un anno buono per tutte le aziende, con multipli di Borsa elevati ed un mercato di M&A molto attivo. Tutti erano felici e contenti, fino al 2022”, spiega Enrico Rovere, Managing Director responsabile della divisione Business & Intangible Valuation di Kroll.

Ora la situazione è decisamente diversa, tra protrarsi della pandemia, guerra in Ucraina e inflazione. Cambiano i comportamenti di spesa dei consumatori, ma cambiano anche le prospettive industriali, con le imprese strangolate dalla crisi delle materie prime e dell’energia.

Le difficoltà delle supply chain, intanto, portano alle loro paradossali conseguenze: a volte conviene trasportare materiali in aereo, invece che sulle navi. Il costo delle spedizioni aeree “sta addirittura riducendosi relativamente ad altri mezzi di trasporto”, racconta Rovere.

 

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